Falsa malattia: come incastrare il lavoratore infedele

Nel moderno mondo del lavoro, una delle chiavi del successo, è, senza ombra di dubbio, la corretta gestione del personale. Una gestione che passa, oltre che per tanti altri aspetti, anche attraverso la gestione dei dipendenti in malattia. Sempre più spesso, infatti, le cronache giornalistiche sono affollate da notizie riguardanti falsa malattia. Si tratta, cioè, di quei dipendenti infedeli, che, approfittando di un diritto di tutti i lavoratori, fingono una patologia causando disfunzioni dell’apparato produttivo aziendale. Dunque, per un imprenditore come dimostrare falsa malattia di un proprio dipendente?

Come dimostrare falsa malattia dei dipendenti

Prima di addentrarci nella questione, una rassicurazione: negli ultimi anni, la Corte di Cassazione ha largamente confermato la legittimità del licenziamento per giusta causa dei lavoratori in finta malattia. Anzi, proprio secondo la Cassazione, è legittimo che un’azienda assuma un investigatore privato al fine di verificare l’abuso dei giorni di malattia da parte del dipendente. Vediamo, quindi, come si opera in questi casi.

Che cos’è la falsa malattia di un dipendente

Per prima cosa, definiamo l’ambito nel quale muoverci. Per falsa malattia si intende il comportamento fraudolento di un lavoratore, che, abusando dell’istituto dell’assenza per malattia, ingigantisce o inventa una patologia al fine di sottrarsi ai propri doveri di dipendente. Spesso, in questi casi, neanche le visite fiscali richieste dal datore di lavoro sono sufficienti a dimostrare la veridicità della patologia denunciata. Al fine di provare l’infedeltà del dipendente, e quindi di intraprendere le necessarie azioni a tutela dell’azienda, si rende necessario adottare altri strumenti.

Cosa comporta la finta malattia di un lavoratore

Qualora un lavoratore dovesse assentarsi dal proprio posto di lavoro per una finta malattia, allora il datore potrà procedere con il licenziamento per giusta causa. La simulazione di una patologia, infatti, è ritenuta dalla legislazione italiana una condotta così grave da non consentire più la continuità del rapporto di lavoro in essere. In particolare, secondo la Corte di Cassazione, sono tre i casi in cui il datore può ricorrere al licenziamento per giusta causa:

  • quando il lavoratore ha compromesso il recupero del proprio stato di salute;
  • quando il lavoratore si è reso irreperibile, senza giustificato motivo, durante l’orario delle visite fiscali;
  • quando il lavoratore, durante la convalescenza, ha svolto un altro lavoro per sé o per altri.

In tutti questi casi, anche in presenza di un regolare certificato di malattia che in via teorica proverebbe la patologia medica, può intervenire il licenziamento per giusta causa. Secondo i giudici della Suprema Corte, infatti, non è tanto importante la certificazione medica, quanto la reale sussistenza della patologia.

Assumere un investigatore privato per dimostrare falsa malattia

Una volta richieste le visite fiscali, al datore di lavoro restano ben poche opzioni per dimostrare la falsa malattia di un proprio dipendente che si presume infedele. Fortunatamente, la Corte di Cassazione ha confermato con diverse sentenze la possibilità per il datore di lavoro di avvalersi di un investigatore privato. Questi avrà il compito di verificare che il dipendente stia effettivamente provvedendo alla cura della propria patologia. In caso contrario, l’investigatore privato potrà provvedere alla raccolta del materiale probatorio, da utilizzare anche in sede giudiziaria.

In questo senso, dal 1996, una specifica Direzione investigativa dell’Agenzia Investigativa Labruna offre servizi investigativi aziendali tesi a verificare, fra le altre cose, l’eventuale infedeltà del lavoratore. Laddove questo dovesse malauguratamente verificarsi, i nostri investigatori provvederanno alla raccolta delle prove che contribuiranno, in sede di giudizio, a tutelare l’azienda dall’atteggiamento truffaldino del lavoratore.

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