La nascita della grafologia

Andando a ritroso nel tempo, a migliaia di anni fa, possiamo immaginare l’uomo primitivo che conduceva una vita molto rudimentale e per comunicare utilizzava gesti e suoni molto semplici. Successivamente, con l’avanzare del suo sviluppo sia fisico, intellettuale ed anche nella vita pratica, sentì il bisogno di fissare in forma visibile i propri pensieri.

Nacque così la prima forma di scrittura ‘’pittografica’’, fatta inizialmente da simboli e segni per poi  formarsi a chiare lettere. Dapprima venne impressa su rocce e muri incisi con una pietra, successivamente si utilizzarono dei fogli fatti di cotone o il papiro, fino ad arrivare alla carta ed alla nostra attuale biro. 

Con lo sviluppo della scrittura avvenne anche il suo studio, ovvero la grafologia.

La grafologia (che deriva dal greco e significa studiare la scrittura) è una tecnica che presume di dedurre alcune caratteristiche psicologiche di un individuo attraverso l’analisi della sua grafia. La validità e l’attendibilità di questa tecnica non sono mai state riconosciute scientificamente e, per questo motivo, le analisi grafologiche non sono ammesse in ambito forense, al contrario delle perizie calligrafiche che  servono soltanto per validare a chi appartenga quella determinata grafia.

Esistono moltissimi metodi dello studio della psicologia della scrittura, si potrebbe quasi affermare che ogni studioso di grafologia che ha scritto il proprio manuale sia divenuto di conseguenza caposcuola di un nuovo approccio metodologico, o almeno questo avvenne fin quando non si riconobbero solo tre principali indirizzi della scuola grafologica:

-L’indirizzo Francese (di Jules Crepieux)

– L’indirizzo Italiano (di Girolamo Moretti)

– L’indirizzo Tedesco (di Ludwig Klages).

In questi tre indirizzi vanno collocati e ricordati alcuni tra i maggiori protagonisti della disciplina grafologica, che hanno introdotto l’interpretazione simbolica vettoriale della scrittura, l’interpretazione analitica e gli studi sul movimento e sulla neurofisiologia della motricità che hanno gettato le basi per una maggiore comprensione del comportamento grafico.

 

Tutti noi partiamo con lo stesso modello di scrittura che ci viene insegnato alle elementari ed è uno stile standard. Grazie alla crescita e l’acquisizione della propria personalità si avrà la propria ‘’calligrafia’’, che differenzierà la scrittura di un soggetto da quella di un altro.

Ad alternare la calligrafia ci sono vari fattori come, ad esempio: lo stato d’animo, l’emotività dello scrivente ed anche se sta scrivendo per sé stesso o per qualcun altro.

La scrittura serve per comunicare, ci sono però due interpretazioni di significato della scrittura:

  • Il primo è fine a sé stesso, ovvero l’interpretazione di quello che viene scritto dal soggetto posto a perizia.
  • Il secondo è quello simbolico, che per chi studia la grafologia è la parte cruciale per venire a capo della perizia in quanto serve a tracciare l’atto pratico che svolge la mano per scrivere e quindi determina la comunicazione non intenzionale del pensiero del soggetto perché spontanea e guidata dall’inconscio. ( Infatti nell’inconscio sono depositati tutti i vissuti personali e pertanto unici ed irripetibili, da qui l’unicità di ogni scrittura).

La scrittura, però, non rivela l’animo dell’individuo, ma bensì la sua posizione nei confronti del mondo che lo circonda. Nello specifico infatti, il gesto grafico è sottoposto all’influenza del cervello, per cui la sua forma non viene modificata dall’arto scrivente, ma bensì, essendo collegate al sistema nervoso centrale varia in conformità alle modifiche momentanee di ciascun sistema nervoso.

Lo studio della scrittura, o meglio ancora della grafologia viene effettuata dal grafologo, che per poter applicare le sue tecniche di studio e poter giungere quindi ad una perizia finale, deve innanzitutto conoscere lo stato d’animo e le aspettative del soggetto nel momento in cui scrive e cerca quindi di interpretare lo stato dello scrivente in base al tipo di movimento che sta alla base dell’atto grafico, quindi deve lavorare sul tratto della scrittura, la leggerezza, la pesantezza, la direzione curva o dritta, la nettezza dei bordi e così via; inoltre, deve capire lo stato di spontaneità o meno dello scrivente (spesso, infatti, l’autore tende a mascherarsi imitando un modello o cercando di fornire una certa immagine di sé).

L’analisi della scrittura è un test proiettivo valido ed attendibile che permette un’accurata indagine sulla personalità del soggetto sottoposto a perizia. Per far sì che il test sia attendibile bisogna osservare delle regole ben precise ovvero:

che il soggetto scriva su un foglio completamente bianco per non essere condizionato da righe e quadratini,

che sotto questo foglio ve ne siano almeno altri due o tre per verificare l’enfasi con cui si scrive ed infine, ma non meno importante, bisogna fornire la penna giusta con la quale il soggetto possa esprimere al meglio la propria scrittura, che lo faccia sentire sicuro che calcando un po’ di più la punta della penna non possa spezzarsi ( per questo motivo per le prove per stilare una perizia si consigliano penne a sfera o stilografiche).

Ci sono tre settori in cui la grafologia viene applicata:

L’orientamento scolastico (può sviluppare la personalità dei singoli studenti ed indirizzarli nei vari ambiti di studio)

La consulenza aziendale (si opera nel settore dell’assunzione del personale e ne verifica in maniera rapida ed efficiente le qualità del candidato)

Le perizie grafiche (si usa nell’ambito giudiziario e serve per verificare l’autenticità o meno di documenti che hanno valore legale, in quanto, scrittura e firma sono considerate garanti dell’identità personale).

I segni grafici possono essere raggruppati e classificati in relazione alle loro determinate caratteristiche ed ovviamente il criterio di classificazione può variare a seconda dello scopo che si vuole raggiungere o del modo di trattare gli argomenti relativi.

Se vogliamo mettere in evidenza certe caratteristiche percepibili a vista troveremmo:

  • La chiarezza
  • La grandezza
  • La concisione
  • La dinamica


Se invece volessimo mettere in evidenza il simbolismo troveremmo:

  • Zona della materialità (aste inferiori assottigliate, lettere che iniziano sotto il rigo ecc.)
  • Zona dell’inconscio (occhielli acuti)
  • Zona dell’affettività ( interlettere, spazio tra parole)
  • Zona dell’idealità (apici rotondi)


Se vogliamo mettere in evidenza il criterio usato in base alle relazioni interpersonali potremmo considerare i segni di riferimento al rapporto affettivo con la figura materna e paterna. I segni convenzionali sono creati dall’uomo per comunicare qualcosa (lettere, numeri etc…), i segni grafici non sono una produzione intenzionale dello scrivente, ma bensì una manifestazione spontanea del suo inconscio e consistono sia nei tracciamenti concreti (deformazione delle lettere, aggiunte illecite, pressioni), sia negli spazi non occupati dalla scrittura (margini, spazio tra lettere e parole).

Della scrittura si analizza tutto, anche il singolo segno, che però deve essere valutato sempre in concomitanza del contesto e mai preso da solo, in modo tale da fornire un’analisi più dettagliata e molto più precisa. Altro dettaglio molto importante è prendere la scrittura originale per far sì che lo studio avvenga con maggiore regolarità.

Moretti (è stato un francescano e grafologo italiano) elaborò un metodo su base scientifica per lo studio della grafologia diviso in due parti:

Analisi (segni sostanziali, modificanti, accidentali)

Sintesi

L’analisi introdotta da Moretti serve per studiare in una scala matematica espressa in decimi la forza che viene usata per scrivere.

La sintesi invece, rappresenta l’aspetto psicologico, infatti, si può intuire così l’intelligenza, la passionalità, la sensibilità del soggetto scrivente.

Per quanto riguarda lo studio  della grafologia, nella seconda parte, andremo ad approfondire i vari stili di scrittura a cosa ne concerne una particolare forma, magari differente da un’altra.

 

Articolo scritto ed ideato dal Team Labruna

Operatore: Giusy

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