Il Tradimento digitale è uguale a quello reale, lo dice la Cassazione.

Dove comincia un tradimento? In camera da letto oppure già nella mente di chi cerca una scappatoia alla routine della vita coniugale?

Gli Ermellini non hanno dubbi: se un uomo cerca online possibili incontri con altre partner attraverso uno degli infiniti modi per tradire a misura di dating, può essere già considerato adulterio e quindi può legittimare una causa di separazione ( con conseguente versamento dell’assegno di mantenimento).

Lo ha deciso la Prima sezione civile della Corte di Cassazione – sentenza n. 9384.

Insomma, anche il coniuge che si ritiene leso da messaggini “hot”, o chat ambigue, può chiedere la separazione per violazione dei doveri disciplinari dell’articolo 143 del codice civile ( fedeltà reciproca, assistenza morale e materiale, collaborazione nell’interesse della famiglia e coabitazione). In questo caso, ovviamente, lo farebbe per tradimento, anche se la legge stabilisce che l’addebito della separazione è possibile solo se l’infedeltà, reale o virtuale, è stata causa della crisi coniugale e non il suo effetto.

Le conseguenze, che pochi di coloro che tradiscono o flirtano via smartphone le conoscono, sono pesanti: il coniuge a cui è stata addebitata la separazione perde addirittura il diritto a ricevere un eventuale assegno di mantenimento ( alimenti a parte).

La sentenza della Cassazione

Si tratta della sentenza definitiva di una causa di separazione tra due coniugi: lui cercava incontri extraconiugali online, lei se ne è accorta e se ne è andata di casa chiedendo la separazione ( e 600 euro di assegno al mese).

A quel punto ha contro denunciato la moglie accusandola di abbandono del tetto coniugale ( previsto dall’art. 144 c.c. e dell’art. 570 c.p.) appellandosi al fatto che quel presunto tradimento non era stato consumato. La Suprema Corte, però, ha dato ragione alla donna ritenendo che le azioni dell’uomo avevano di fatto minato la necessaria e reciproca fiducia tra i coniugi.

Nelle motivazioni della Corte si legge che si è creata una “Circostanza oggettivamente idonea a compromettere la fiducia tra i coniugi e a provocare l’insorgere della crisi matrimoniale all’origine della separazione”. Per questo la decisione della donna di andarsene di casa è stata ritenuta “preventiva, ma giustificata”.

Perchè è una sentenza importante?

In questo modo la Cassazione ha confermato e ampliato la sentenza del 2014 della Corte d’Appello di Bologna, sentenza storica che, per la prima volta, aveva equiparato il tradimento online a quello reale.

Si tratta di una decisione che fa discutere perchè, in questo modo, si giustifica e legittima quel che parrebbe un processo all’intenzione visto che, di fatto, l’adulterio non è stato commesso, ma solo pensato. In un epoca in cui un terzo delle cause di separazione compare la parola “social network” equiparare l’idea di scappatella alla scappatella vera e propria è pericoloso e dà adito a strumentalizzazioni di vario ordine e grado tra chi cerca solo una scusa per mettere alla porta il partner senza perdere il diritto all’assegno. D’altro canto, è pur vero che ormai si chatta e si flirta online con fin troppa leggerezza appellandosi al fatto che ci si trovi in una dimensione virtuale.

Consapevoli di questa sentenza gli aspiranti fedifraghi ci penseranno due volte prima di rischiare il matrimonio per una scappatella, o comunque, se lo faranno, staranno più attenti a non lasciare tracce.

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