La classificazione degli stalker di Mullen

Secondo Paul Mullen, docente di Forensic Psychiatry alla Monash University di Melbourne (Mullen, Pathè, Purcell,2000), gli stalker si possono suddividere nelle seguenti categorie:

  • stalker “respinto”
  • stalker “cercatore d’intimità”
  • stalker “corteggiatore inadeguato”
  • stalker “rancoroso”
  • stalker “predatore”

STALKER “RESPINTO”

Ha avuto in passato una relazione sentimentale con la vittima e le motivazioni del suo comportamento sono riconducibili al desiderio di riallacciare la relazione con la vittima e/o al tentativo di vendicarsi per essere stato respinto. Questo aggressore può essere molto insistente e intrusivo: lo stalking, infatti, rappresenta ai suoi occhi un modo di mantenere in vita il rapporto. Egli è solitamente rimasto legato alla relazione sentimentale avuta in passato e riserva la propria rabbia sulla vittima, secondo lui responsabile della rottura della loro relazione. In questi casi sono frequenti storie affettive fatte di soprusi e di violenze già durante la relazione sentimentale, comportamenti che continuano anche dopo la rottura del rapporto.

Questo stalker può soffrire di mancate anomalie caratteriali, con tratti di personalità dipendenti, narcisistici o paranoici, a volte correlati a comportamenti di abuso di sostanze (problema che dovrebbe essere trattato specificamente); in alcuni casi possono essere presenti anche veri e propri disturbi mentali. Questo stalker ha bisogno di aiuto, per accettare la perdita della partner e per cercare nuovi obiettivi di vita.

STALKER “CERCATORE D’INTIMITA”

Indirizza i propri sforzi verso il tentativo di costruire una relazione con una persona che lo attrae o che egli ritiene innamorata di lui. Spesso questo aggressore non ha avuto precedenti relazioni sentimentali ed è piuttosto solo. E’ molto insistente negli approcci con la vittima, perché convinto che essa stringerà una relazione con lui se ci metterà abbastanza impegno. Il rischio di violenza, la vittima, non è immediato, ma aumenta con il passare del tempo.

Questo stalker può soffrire di disturbi mentali abbastanza variegati, che vanno dalla schizofrenia al delirio erotomanico, oppure presentare un disturbo di personalità narcisistico ( il suo trattamento dovrebbe essere focalizzato sul disturbo mentale che sottende le condotte di stalking). In questo caso le sanzioni penali non si rivelano molto efficaci: questo soggetto, infatti, potrebbe interpretarle come una prova da superare per dimostrare la propria devozione nei confronti dell’amata, anziché esserne dissuaso.

STALKER “CORTEGGIATORE INADEGUATO”

Ricorre a un comportamento persecutorio al fine di instaurare una relazione sentimentale con la vittima. Si tratta di una persona incapace di stabilire una relazione amicale e/o sentimentale, e spesso neanche di accettare un rifiuto. Mette in atto condotte di stalking nei confronti di diverse vittime e cerca un nuovo bersaglio ogni qualvolta non ha successo con quello precedente.

Questo tipo di stalker può diventare violento quando la vittima gli oppone resistenza; a volte, può presentare un ritardo o un disturbo mentale. La presa in carico di questo soggetto dovrebbe essere finalizzata allo sviluppo di abilità sociali, all’acquisizione di una maggiore empatia e alla cura di eventuali disturbi mentali.

STALKER “RANCOROSO”

E’ motivato dal desiderio di vendicarsi e di generare paura e tensione nella vittima. Percepisce se stesso come una vittima che deve difendersi da presunti persecutori e si sente sempre giustificato nel proprio comportamento. Talvolta vede la vittima come un simbolo delle persone che lo hanno tormentato e umiliato in passato, e proprio per questo essa può essere scelta in maniera casuale. In alcuni casi può diventare violento.

Questo tipo di stalker può presentare un disturbo di personalità paranoide oppure un disturbo mentale più grave, come un disturbo schizofrenico o delirante. Il trattamento di questo soggetto è difficile a causa della sua convinzione, distorta, di essere nel giusto. Egli è in genere capace di valutare le conseguenze del suo comportamento, quindi le sanzioni legali, almeno nella fase iniziale dello stalking, potrebbero rivelarsi efficaci. Successivamente, quando l’investimento in termini personali nella vicenda è diventato troppo alto, e la convinzione di avere il diritto di fare quello che sta facendo si è rafforzata, diventa più difficile intervenire con successo.

STALKER “PREDATORE”

Pensa ossessivamente alla vittima in termini sessuali. Prepara con cura l’aggressione sessuale nei confronti della vittima, mettendo in atto un’ampia gamma di comportamenti persecutori (pedinamenti, appostamenti ecc…). Può diventare violento nei confronti della vittima perseguitata anche a distanza di tempo.

Questo stalker mostra problemi di empatia, autostima e disfunzioni nel funzionamento sociale e nelle relazioni sessuali. Il suo trattamento terapeutico dovrebbe essere focalizzato su questi aspetti e dovrebbe essere associato a sanzioni legali.

Fabrizio Russo

 

Share this post

Recent Posts

About

About

Pellentesque id velit ut ligula maximus gravida venenatis in turpis. In eu lacinia libero. Aenean nec aliquet dui. Sed tristique convallis sapien, semper porttitor mauris scelerisque et. 

Newsletter

Subscribe for our monthly newsletter to stay updated