LE INVESTIGAZIONI SULLA PEDOFILIA ONLINE
La diffusione della rete internet ha consentito un nuovo canale di espressione per la pedofilia ( centrato prevalentemente sullo scambio di pedopornografia), che sembra essere in fase di incremento e che si affianca alle forme tradizionali di abuso sui minori. La rete mette infatti in connessione pedofili di tutto il mondo consentendo a molti di essi di soddisfare la loro parafilia dalla propria postazione telematica, limitando (talvolta solo apparentemente) i rischi di essere scoperti ed arrestati.
Esistono numerosi luoghi comuni riguardo la pedofilia su internet. Per alcuni, ad esempio, tale scenario digitale non è propriamente pedofilia. Si tratterebbe soltanto di soggetti che si scambiano fotografie e che non sarebbero affetti dalla stessa parafilia dei pedofili tradizionali. Un altro luogo comune ricorrente riguarda il fatto che chi indaga sulla pedofilia online non indaga sulla pedofilia tradizionale.
In realtà, i risultati investigativi sconfessano tali luoghi comuni. Su molti dei denunciati sono state infatti acquisite prove certe del loro coinvolgimento con minori in carne ed ossa e, in alcuni casi, anche della loro gestione di veri e propri traffici di prostituzione minorile.
E’ necessario quindi sottolineare che le indagini sulla pedopornografia online consentono anche una finestra di intervento e di ricerca sulla pedofilia tradizionale attraverso l’evidenziazione e la quantificazione degli abusi intrafamiliari, oltre che la determinazione di caratteristiche personologiche e criminologiche dei pedofili.
Scoprire un soggetto con attrazione per la pedopornografia online vuol dire quindi poter evitare, in alcuni casi, degli abusi intra- o extrafamiliari.
Infatti, gli investigatori italiani hanno ottenuto diversi risultati nel contrasto alla pedofilia di internet, sia di quella “al dettaglio”, intercettando i pedofili, isolati o aggregati in rete, che hanno portato a migliaia di denunce, centinaia di arresti e sequestri di materiale informatico.
Si sta anche pericolosamente diffondendo il fenomeno del sexting, ossia l’invio di testi o immagini sessualmente esplicite. L’auto produzione e l’auto promozione del materiale in rete da parte di minori spiega l’ampia diffusione del fenomeno a causa della sua incontrollabilità.
Sono gli stessi minori a creare deliberatamente materiale a sfondo sessuale e a metterlo in rete.
Ma i pedofili online sono effettivamente una nuova tipologia di abusanti?
Gli studi sembrerebbero propendere per una risposta affermativa. Sono state individuate alcune caratteristiche dei pedofili online, almeno in parte sembrano differenziarli dai pedofili “tradizionali”:
- Sesso maschile, razza bianca, appartenenti a differenti background socio-economici;
- Età compresa tra i 20 e i 40 anni (quindi più giovani dei pedofili “tradizionali”);
- Titolo di Studio medio-alto.
Si possono suddividere in:
Coloro che ricercano materiale pedopornografico:
- utilizzando principalmente reti peer-to-peer ( solo in una minoranza di casi ricorrono a siti web e chat) e detengono materiale più “estremo” ( bambini di età inferiore ai 3 anni)
- possiedono una notevole capacità di autocontrollo.
Coloro che compiono tentativi di adescamento online, invece:
- tendono ad evitare relazioni dirette, spendono la maggior parte del tempo in chat alla ricerca di contatti sociali/sessuali finalizzati ad una immediata gratificazione sessuale;
- sono più empatici e in grado di entrare emotivamente in sintonia con la vittima;
- sono compulsivamente impegnati in attività sessuali.
IL MODUS OPERANDI DEL PEDOFILO
Si inizia con conversazioni su tematiche banali, frequentando social network tipici alla ricerca di temi di interesse. Nella maggior parte dei casi il navigatore mente sulla sua età, rivelandola in un secondo momento.
La tematica sessuale viene introdotta gradualmente, fino a spostarsi su dettagli sempre più precisi della vita “amorosa” del bambino/ragazzo. Ogni pedofilo sceglie un momento specifico in cui chiedere al minore di tenere segreti i contenuti dei loro contatti. È feticista: gode delle chiacchiere erotiche, del materiale foto/video ricevuto, delle notizie personali inerenti il comportamento sentimentale/sessuale del minore e le ricerca avidamente.
Talvolta l’invito a compiere queste azioni e a fotografarle o filmarle, è accompagnato dalla promessa di una ricarica di credito telefonico, anche minima. Una volta raggiunto un certo grado di stabilità, il pedofilo può decidere di proporre un incontro. Il momento in cui chiedere tale incontro dipende dalla disponibilità del minore, così come intuita dal pedofilo o dichiarata dal minore stesso.