La psicologia investigativa, volendone dare una definizione semplice ed immediata, può essere considerata come una cornice nell’ambito della quale avviene l’integrazione dei differenti aspetti e delle branche della psicologia giuridica applicata nelle aree dell’investigazione in ambito sia penale, sia civile, considerandola come attinente e applicabile a tutte le forme di criminalità che possono essere esaminate dalla polizia giudiziaria, dalla truffa all’omicidio, dallo stupro al terrorismo.
Tale disciplina può estendersi fino a coprire le aree che necessitano di investigazione ma può, parimenti, non fare parte dei compiti convenzionalmente assegnati alle forze di polizia, va sottolineato, inoltre, come questa possa rappresentare un valido strumento anche in attività non prettamente investigative quali ad esempio quelle relative al mantenimento del controllo dell’ordine pubblico ( anch’esso studiato dagli psicologi investigativi).
Il compito principale della figura dello psicologo investigativo riguarda la modalità con la quale può essere esaminata e analizzata l’attività criminosa, affinché questa venga più ampiamente e profondamente compresa e oggettivata e pertanto il procedimento legale sia condotto in modo appropriato, soprattutto per quanto attiene gli aspetti psicopatologici rilevanti ai fini dell’imputabilità che, talune volte, possono essere strumentalizzati nell’applicazione della pena.
Come suddetto, infatti, la psicologia investigativa è legata a tutti quegli input psicologici nel più ampio range di compiti di gestione, investigazione e persecuzione del crimine.
Il contributo che gli psicologi possono offrire alle investigazioni di polizia è largamente conosciuto, soprattutto nei paesi anglosassoni, come “offender profiles”, letteralmente “profilo del trasgressore”.
L’offender profiling è quindi il processo in base al quale, sulla base della propria conoscenza clinica o dell’esperienza, i professionisti disegnano e valutano i tratti di personalità o la psicodinamica del criminale. Dal punto di vista e sul piano pragmatico della psicologia scientifica, in quanto ancorato per lo più ad un giudizio clinico piuttosto che a una valutazione sempre oggettivabile.
Tali incrinature sono state evidenziate in numerosi ed estesi studi da Meehl (1954) e le teorie cliniche sulle quali si basa l’offender profiling sono state egualmente contestate da alcuni psicologi ricercatori. In buona sostanza, secondo gli scienziati, è ancora ipotizzabile riflettere sull’ipotesi che possano esserci crimini in cui non esiste un rapporto speculare tra tipologia di reato e personalità.
La mancanza di un oggettivo rigore scientifico nei procedimenti di profiling ha condotto i propugnatori della ricerca sulla psicologia investigativa a progettare una disciplina scientifica che potesse puntellare e sistematizzare il suo contributo alle investigazioni e ad oggi questo approccio accademico ha favorito le potenziali applicazioni della psicologia non solo rispetto alle aree nelle quali il “profiling” storicamente nacque, ma anche rispetto alle aree operative più frequenti.
I primi profiler, infatti, intervenivano solo in quegli ambiti criminologici dove era rilevante ed evidente una forma di psicopatologia ( killer seriali, stupratori seriali, ecc…) ora, al contrario, la psicologia investigativa studia e contribuisce alle investigazioni relative ad ogni forma di attività illegale.
Gli psicologi investigativi sono sempre più capaci e competenti nel fornire risposte utili alle dieci domande che frequentemente si pongono polizia ed investigatori nel corso della loro attività d’indagine.
1) RILEVANZA.
Quale aspetto del crimine è il più rilevante?
2) DEDUZIONI SUL SOGGETTO SOSPETTATO.
Quali ricerche negli archivi della polizia o in altre fonti di informazione debbono essere effettuate per l’identificazione del criminale?
3) PRECEDENZA AL SOGGETTO SOSPETTATO.
Quale dei possibili sospetti ha maggiori possibilità di aver commesso il crimine?
4) LUOGO DI REDIDENZA DELL’OFFENDER.
Dove vive principalmente l’offender?
5) COLLEGAMENTI DEI CRIMINI.
Quali crimini sembrano essere commessi dalla stessa persona?
6) PREDIZIONE.
Dove e quando l’offender commetterà il prossimo crimine e quale forma sceglierà?
7) DEDUZIONI SUL SOGGETTO SOSPETTATO.
In quale modo il processo investigativo può essere incrementato?
8) REPERIMENTO DELLE INFORMAZIONI.
Come può essere più efficace in un’investigazione la raccolta delle informazioni?
9) VALUTAZIONE DELLE INFORMAZIONI.
Come possono essere valutate le informazioni disponibili?
10) PREPARAZIONE ALLA FASE PROCESSUALE.
Che peso può scaturire dalle considerazioni psicologiche sul reato che possa aiutare l’organizzazione del processo?