L’attività investigativa è un attività complessa che si può suddividere in due fasi fondamentali: la raccolta delle informazioni e la loro elaborazione.
L’elaborazione consiste nel trarre dalle informazioni raccolte, provenienti da fonti diverse, le ipotesi e le possibili modalità di svolgimento di un fatto nonché le caratteristiche peculiari del soggetto che ha commesso un fatto.
Nell’ordinamento Italiano, l’attività investigativa è svolta da soggetti istituzionali al fine dell’applicazione del diritto.
Attualmente essa spetta anche all’avvocato che, nell’esercitarla, può avvalersi di ausiliari ( consulenti tecnici ed investigatori privati).
La tipologia di investigatore qui trattata è quella del consulente investigativo.
Il consulente investigativo può definirsi un esperto in tecniche di indagine e analisi investigative.
Per diventare un consulente investigativo e offrire un valido aiuto a magistrati , avvocati e privati bisogna possedere determinate conoscenze, utili ad osservare i fatti ed interpretarli, nei seguenti ambiti:
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Investigazioni di tipo tradizionale: colloqui e interviste investigative, consultazioni di banche dati, pedinamenti ed appostamenti, conoscenze in ambito fotografico, video e audio.
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Scienze forensi e criminalistica: ricerca, repertamento ed analisi delle tracce materiali da sottoporre ad una successiva analisi comparativa di laboratorio.
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Scienze comportamentali: capacita di formulare ipotesi sui tratti psicologici, comportamentali e fisici di chi ha commesso il reato.
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Criminologia: Studio del crimine in una prospettiva psico-sociale.
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Psicologia investigativa e giudiziaria: Osservazione delle modalità di comunicazione del soggetto intervistato/interrogato, sia verbale che non verbale, al fine di individuare indicatori di menzogna, ansia e stress.
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Grafologia: Analisi comparativa di scritture e analisi psicologica tratta dalle stesse.
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Balistica: identificazione dell’arma, traiettoria balistica dei colpi esplosi, comparazione di eventuali ogive o bossoli repertati sul luogo del reato e identificazioni di tracce di polvere da sparo su persone sospettate.
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Conoscenze di diritto, sostanziali e processuali.
Il consulente investigativo acquisisce le sue informazioni, utili all’espletamento del suo incarico, dalle seguenti fonti:
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Informazioni sulle persone (anagrafiche, professionali, patrimoniali e comportamentali), colloqui o interviste con persone informate sui fatti, banche dati.
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Informazioni sulle cose tratte da osservazioni.
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Informazione sui luoghi.
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Informazione sugli eventi, acquisiti dall’analisi della scena dell’evento (crimine o sinistro stradale, tracce dei materiali presenti, ipotesi comportamentali di chi ha commesso il fatto, identificazione di persone informate sui fatti utili alla ricostruzione di quanto è avvenuto).
Da quanto illustrato, si evidenzia in modo esplicito il fondamentale contributo che il lavoro del consulente investigativo può offrire.
Dott. Massimo Labruna
Investigatore privato e consulente investigativo